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"La finestra sul cortile" di Hitchcock (del 1954), oltre a essere un thriller magistralmente costruito, può fungere da grande metafora dell’atteggiamento del filosofo verso il mondo. Un aneddoto racconta che Pitagora, uno dei primi filosofi, paragonava la vita alle feste di Olimpia, dove alcuni convenivano per affari, altri per partecipare alle gare, altri per divertirsi e, infine, alcuni soltanto per vedere ciò che accadeva: questi ultimi erano i “filosofi”. In tal modo si sottolineava il distacco tra la contemplazione disinteressata propria dei filosofi e l’affaccendamento quotidiano degli altri uomini. Ora, il punto di vista descritto da Pitagora corrisponde esattamente a quello del protagonista Jeff che, costretto da un incidente sulla sedia a rotelle, e trovandosi con la finestra che dà sul cortile al quale si affacciano gli appartamenti dei vicini, non può fare altro che “contemplare” ciò che si intravede attraverso le loro finestre aperte per la calura estiva. Noi stessi, come spettatori, fin dalla prima inquadratura, assumiamo il punto di vista di Jeff, seguendo curiosi la telecamera che si intrufola negli appartamenti altrui, per quanto ci è consentito dalla prospettiva e dall’apertura delle finestre: quella della ballerina “Ape Regina”, quella di “Miss Cuore Solitario”, quella del compositore insoddisfatto, quella degli sposini e, soprattutto, quella dei coniugi Thorwald. Ciò che distingue Jeff-filosofo dagli altri uomini è soprattutto la possibilità di cogliere le connessioni tra i fatti che il suo privilegiato punto di vista gli consente. Infatti non si conosce una cosa perché la si guarda intensamente, ma perché ne cogliamo le relazioni con le altre cose che la circondano. Così Jeff può cogliere il nesso tra il prima e il dopo la sera dell’urlo di donna: un prima in cui si vedeva la moglie di Thorwald a letto malata, e un dopo in cui le persiane della sua camera sono sempre abbassate e non sembra esserci più traccia della donna; oppure il nesso tra il cagnolino che scava nell’aiuola in giardino e Thorwald che lo guarda con espressione preoccupata dalla finestra, così come il nesso tra lo stesso cagnolino morto strozzato in giardino, nella costernazione di tutti i condomini, e la totale indifferenza di Thorwald che, unico tra tutti, non si affaccia alla finestra pur essendo in casa, come dimostra la luce del suo sigaro.