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Come si traduce in pittura il linguaggio aggressivo e tumultuoso del manifesto futurista? A dar voce e corpo visibile alle teorie che esaltavano la modernità, il dinamismo, la velocità e il cambiamento saranno le opere di Umberto Boccioni, a partire dalla celebre "La città che sale" del 1910-11 (199,3x301 cm). La città del titolo è Milano, città in trasformazione urbana, città dei cantieri, dei tram, del lavoro, delle ciminiere delle fabbriche. La stessa città che nel frattempo Luigi Russolo evocava a livello sonoro, con "Il risveglio di una città", concerto realizzato con degli strumenti musicali da lui inventati, chiamati Intonarumori, che imitavano i veri rumori della realtà. Nessuno stupore: è futurismo! 00:00 Introduzione 01:18 I dati 02:39 La formazione e le città di Boccioni 04:08 La tecnica divisionista e simbolista (Previati) 05:19 La madre 06:07 Officine in Porta Romana (1909) 07:13 Rissa in galleria (1910) 10:13 Tutta la materia è energia (Einstein) 12:05 "Linee-forza", lo spettatore costretto a lottare 13:56 Il soggetto 15:23 I bozzetti preparatori 16:11 I cavalli (l'energia della natura e quella della città) 19:06 Gli uomini in spinte oblique 20:36 L'ambientazione (i tram, i cantieri, le ciminiere) 22:01 Le scie blu (dalle Caravelle pisane di Previati) 22:56 La composizione (prospettiva e linee) 23:30 Bergson (Materia e memoria - la quarta dimensione) 24:28 La percezione si protrae nel tempo 26:21 Ferruccio Busoni 27:34 La luce e i colori della città 27:55 La città di Sant'Elia 30:12 Il Risveglio di una città di Luigi Russolo 34:06 I resoconti delle serate futuriste