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Il paese di San Martino in Campo (da non confondere con San Martino in Colle, • Campane di San Martino in Colle (PG) ) è interamente adagiato nella pianura alluvionale e si spinge fino alla sponda destra del fiume Tevere. La chiesa parrocchiale risale al 1866, si presenta in stile quattrocentesco, conserva un'immagine di Madonna col Bambino (Madonna della Scala) del XV secolo ed è dotata di un imponente organo Kemper con 1420 canne costruito nel 1952. La torre campanaria, costruita sulla base di una delle quattro torri dell'antico castello trecentesco, ospita un concerto di tre campane. La maggiore venne fusa nel 1797 dai fonditori De Blasiis, attivi nel territorio laziale, insoliti in questa zona. Le due minori risalgono al 1827, opere della fonderia Baldini che nello stesso anno fuse anche il trio di Canneto ( • Campane di Canneto (PG) ), la seconda di S. M. Nuova ( • Chiesa e Campane di Santa Maria Nuova in P... ) e altre due campane per Sant'Elena ( • Campane di Sant'Elena (PG) ). Al trio si aggiunge un piccolo sonello datato 1602, recuperato da un precedente campaniletto a vela, suonabile solo tramite elettromartello. Questo impianto si presenta come una rarità in quanto offre la possibilità del suono a bicchiere fino alla terza campana. Nei tempi passati, quando le suonate erano eseguite manualmente, la tradizione perugina prevedeva generalmente la possibilità del suono a bicchiere per tutte le campane (prevalentemente i concerti erano composti di tre campane); poi però, con l'avvento delle elettrificazioni, questa usanza si è perduta garantendo il suono a bicchiere solo alle due campane maggiori o, talvolta, solo alla maggiore. Ad oggi gli unici impianti umbri in cui anche la terza campana può suonare a bicchiere sono quelli di San Martino in Campo, Corciano ( • Campane di Corciano (PG) - S. Maria Assunta ), Petrignano e Bastia ( • Campane di Bastia Umbra - S. Michele ). ~ ~ ~ Al termine del video vediamo la chiesetta della Madonnuccia. Il primo nucleo abitativo si sviluppava nel posto dove oggi sorge tale chiesetta, in piena campagna. Ha un’architettura semplice, romanica, malamente restaurata in anni passati, ormai quasi abbandonata a sé stessa. Ha, però, una sua identità culturale conservando affreschi attribuiti ad Andrea d’Assisi detto l'“Ingegno”: raffigurano nella parte dell’altare una Madonna adorante il Bambino in una gloria di Cherubini tra i santi Cristoforo e Bernardino da Siena. Nelle pareti laterali quelli di san Giorgio e il drago e san Martino e il povero. Forse era l’antico oratorio della vecchia chiesa parrocchiale oggi scomparsa. È intitolata alla Vergine Maria con il nome affettuoso di “Madonnuccia” o “Madonnina”. Si tramanda che un tempo, nel mese di Maggio, in occasione delle processioni che da S. Martino andavano verso la chiesetta, ogni bambino portasse con sé una rosa da donare alla Madonna. Recentemente questa struttura è stata protagonista di numerose segnalazioni da parte della popolazione fedele che ne richiede un degno restauro. Purtroppo la zona è attraversata da una strada in terra battuta ridotta in più parti a mulattiera con fossati laterali a cielo aperto; gli affreschi sono a forte rischio per l’umidità invasiva, compreso il più significativo che dona il nome al toponimo riproponente la storia del santo Martino che dona il mantello al povero.