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Gozzano (NO), Basilica di San Giuliano Concerto di 8 campane in Do3 (Francesco D'Adda 1927; Do3 Achille Mazzola 1950) Concerto solenne Il centro storico di Gozzano si sviluppa attorno all’altura sulla quale fu costruita la rocca, citata per la prima volta in un documento del 1015. In cima alla collina era presente un importante luogo di culto, costruito all’inizio del IX secolo in sostituzione di un'antica chiesa di epoca longobarda. La nuova chiesa sorse maestosa per accogliere i resti mortali del santo diacono Giuliano, giunto nel IV secolo sulle rive del Lago d'Orta insieme al fratello san Giulio per evangelizzare le popolazioni pagane. Fino all’edificazione della nuova basilica il corpo del santo era sepolto all'interno dell'antica chiesa matrice, fondata secondo la tradizione alla fine del IV secolo e oggi dedicata a san Lorenzo. La chiesa di San Giuliano fu consacrata pare nell’anno 890, confermando di essere una delle più antiche pievi della diocesi di Novara, poiché le prime notizie certe circa la sua funzione di luogo di culto di riferimento per tutta l’area del lago risalgono addirittura al 919. La chiesa collegiata si ingrandì nei secoli successivi, in modo da poter ospitare il crescente numero di fedeli e canonici che facevano riferimento al prevosto, titolo con il quale il parroco di Gozzano iniziò a essere identificato ufficialmente a partire dal 1145. La chiesa venne rimaneggiata nella seconda metà del XII secolo, assumendo alcuni elementi tipici del romanico locale. L’edificio medievale fu completamente rifatto nel corso del Settecento, conservando unicamente due capitelli inglobati nella muratura della chiesa attuale quale traccia architettonica del glorioso passato. Accanto alla chiesa sorse nell'XI secolo una massiccia e imponente torre campanaria in pietra ancora oggi esistente, costruita sul punto più alto della rocca tra il 1050 e il 1075. L’antica pieve era stata realizzata in forme molto simili alla basilica di San Giulio sull’isola, che a sua volta richiamava la struttura dell'antico Duomo di Novara. Il fianco orientale dell’edificio era caratterizzato dal portico dei canonici, le cui tracce sono ancora visibili sulla muratura esterna. La facciata, invece, era a quel tempo scandita dalle due torri scalarie, demolite nel primo Settecento. Nei documenti d’archivio è citata la presenza di una grande campana nel 1415, rifusa una prima volta nel 1677 e in seguito nel 1730, anno in cui venne fuso il primo concerto vero e proprio. Nel 1618 uno dei canonici di Gozzano aveva recuperato un frammento della campana di San Teodulo, trasportata dal diavolo da Roma a Sion, dopo che il vescovo svizzero l’aveva ricevuta in dono dal papa. Sulle fondamenta dell’antica pieve romanica sorse tra il 1712 e il 1721 la nuova chiesa, edificata a navata unica sul modello della basilica di San Fedele a Milano. L’interno conserva ancora alcuni frammenti di affreschi quattrocenteschi, circondati da importanti pitture del Settecento. La basilica ospita innumerevoli opere dall’alto valore artistico, tra le quali spiccano certamente i due teleri realizzati da Giovanni Battista Ronchelli nel XVIII secolo, raffiguranti la vita dei santi fratelli Giulio e Giuliano. Degne di nota sono le volte e le pareti della cappella della Madonna del Rosario, affrescata dal pittore valsesiano Lorenzo Peracino. Il presbiterio ospita un monumentale altare maggiore barocco in marmi policromi, realizzato nel 1761. Al di sotto dell’altare fu realizzato lo scurolo di San Giuliano, costruito nel 1780 su modello di quello dedicato al fratello san Giulio nella basilica dell’isola. Il capitolo della collegiata fu abolito da Napoleone all’inizio del XIX secolo. Con il ritorno del governo legittimo, il vescovo si adoperò per ripristinare gli antichi privilegi della basilica, facendo aggiungere nel 1827 la mozzetta violacea all’abito corale quale segno dell'importanza storica della pieve. Le antiche campane furono calate dalla torre nel 1927 per essere rifuse in un nuovo concerto di otto elementi, che da subito non piacquero ai fedeli. Il vescovo di Novara intervenne nel contenzioso, implorando il prevosto di versare almeno parte della quota pattuita per la fusione delle campane. La somma irrisoria fu versata al fonditore una decina d’anni dopo la consegna delle campane, la maggiore delle quali venne rifusa nel corso del 1950 a causa di una crepa. Un ringraziamento a Riccardo, al sacrestano e al prevosto don Enzo. #italia #chiesa #campane #cultura #arte #lago #concerto #novara #chiesacattolica #tradizioni