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Ciao; Quante volte ti sei trovato intrappolato in una spirale di pensieri negativi, come se la tua mente fosse sintonizzata su una stazione radio che trasmette solo brutte notizie? E se ti dicessi che puoi cambiare canale? In questo video, esploreremo 10 insegnamenti buddisti semplici ma potenti per trasformare il modo in cui affronti i pensieri negativi. Non si tratta di eliminarli completamente, ma di imparare a osservarli senza lasciarsi sopraffare, trovando così una nuova serenità interiore. Prima di iniziare, metti mi piace al video e iscriviti al canale, così non perderai i nostri nuovi video. Insegnamento 1. Il ciclo dei pensieri negativi. Il Buddha insegnava che i pensieri sono solo pensieri: non siamo obbligati a seguirli o a identificarci con loro. Possiamo osservarli, come se fossimo seduti sulla riva di un fiume, guardando l’acqua scorrere. Questo è il primo passo per liberarci dalla loro presa. Spesso, quando un pensiero negativo arriva, la nostra mente inizia a costruire storie intorno a esso. "E se accadesse questo? E se fosse colpa mia?" Questa spirale di preoccupazioni è chiamata "pensiero a catena". Il buddismo ci insegna a interrompere questa catena, riconoscendo che i pensieri sono temporanei, come bolle che si formano e poi scoppiano. Non dobbiamo credere a tutto ciò che la mente ci dice. Una tecnica semplice ma potente è la meditazione di consapevolezza. Seduti in silenzio, portiamo l’attenzione al respiro. Quando un pensiero negativo emerge, invece di combatterlo, lo osserviamo con gentilezza e poi torniamo al respiro. Questo esercizio ci aiuta a creare uno spazio tra noi e i nostri pensieri, rendendoci più liberi di scegliere come reagire. Un’altra curiosità interessante è che il Buddha paragonava la mente a una scimmia che salta da un ramo all’altro. I pensieri negativi sono come quei rami: più ci aggrappiamo, più la scimmia si agita. Ma se lasciamo andare, la scimmia si calma. Questo non significa ignorare i problemi, ma affrontarli con una mente più tranquilla e lucida. Il buddismo ci ricorda che i pensieri negativi non definiscono chi siamo. Sono solo fenomeni mentali che sorgono e passano, come il vento tra gli alberi. Quando impariamo a vederli in questo modo, perdono gran parte del loro potere. Non siamo i nostri pensieri; siamo chi osserva i pensieri. Una pratica utile è quella di etichettare i pensieri negativi. Quando notiamo che stiamo ruminando, possiamo dire mentalmente: "Ah, questo è un pensiero di paura", o "Questo è un pensiero di rabbia". Questo semplice atto di riconoscimento ci aiuta a distanziarci da essi, senza esserne travolti. Il Buddha insegnava anche l’importanza della compassione verso noi stessi. Spesso, i pensieri negativi sono accompagnati da giudizi duri: "Non sono abbastanza bravo", "Non merito felicità". Invece di criticarci, possiamo trattarci con la stessa gentilezza che useremmo con un amico in difficoltà. Questo cambia radicalmente il nostro rapporto con la mente. Una curiosità affascinante è che, secondo gli studi scientifici, la meditazione buddista può letteralmente "ricablare" il cervello, riducendo l’attività nelle aree associate allo stress e aumentando quelle legate alla calma. Questo dimostra che il cambiamento è possibile, anche se all’inizio può sembrare difficile. Infine, ricordiamoci che la pratica buddista non è una fuga dalla realtà, ma un modo per affrontarla con maggiore saggezza. I pensieri negativi non scompariranno mai del tutto, ma possiamo imparare a non farci dominare da essi. Con il tempo e la pratica, scopriremo che la serenità è già dentro di noi, pronta per essere coltivata. Ogni momento è un’opportunità per osservare la mente e scegliere come rispondere. Invece di essere prigionieri dei nostri pensieri, possiamo diventare maestri della nostra mente, trovando pace anche nelle situazioni più difficili. Questo è il dono che il buddismo ci offre. #inseinsegnamentibuddisti #buddismo #buddha