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"... erano preghiere rimasticate dall'ignoranza perchè i Pisnenti avevano smussato le desinenze latine e le avevano adattate al loro mondo. Cominciavano con una parola lunga e incomprensibile: "Rechieneterna". Finivano con due parole più vicine al lessico di ogni giorno: "Requiescati Pace". "RECHIENETERNA" è un brano ispirato alla pagina 142 di un Grande Romanzo: "Il delitto della Contessa Onigo" di Gian Domenico Mazzocato, il cui Autore partecipa con il "cameo" di un recitativo finale. Nel 1904 si svolse a Venezia uno storico processo: il Pisnente Pietro Bianchet, mezzadro poverissimo e malato di pellagra (la malattia dei poveri del mondo rurale di un tempo) uccise la Contessa Linda Onigo, avarissima e severa ultima discendente della famiglia degli Onigo, dinastia di guerrieri e grandi proprietari terrieri, dopo aver negato allo stesso un piccolo prestito e un po' di grano per sfamare la famiglia e l'ultima bambina appena nata. L'opinione pubblica si divise tra la nobilità terriera e gentilizia - che chiedeva una condanna esemplare per l'uccisione della nobildonna - e la classe popolare che vedeva in fondo in Pietro Bianchet il "vendicatore" di secolari soprusi e del secpòare sfruttamento dei contadini più poveri, ultimi fra gli ultimi i Pisnenti, i diseredati del Montello che vivevano di stenti tra lavori stagionali sfruttati e la miseria più nera. Terminò con una condanna in fondo lieve in relazione alla gravità del delitto: la Corte d'Assise di Venezia ebbe pietà per il contadino spinto all'azione dalla povertà, dalla rabbia e dalla malattia. Fu, per certi aspetti, il primo processo della storia in cui il conflitto di classe del nuovo Secolo (il Novecento) si presentò in tutta la sua evidenza e la sua drammaticità umana.