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26 marzo 1941, ore 02:30. L’incrociatore pesante britannico HMS York riposava al sicuro nella baia di Suda, a Creta, protetto da tre sbarramenti concentrici, artiglierie costiere, fari e una guarnigione completa. I comandanti britannici consideravano il porto inespugnabile — il punto d’ancoraggio più sicuro del Mediterraneo orientale. Dopo la vittoria della Royal Navy a Capo Matapan appena quattro giorni prima, la fiducia era alta. Nessun attacco italiano avrebbe potuto riuscire contro difese tanto formidabili. Ma a 400 chilometri di distanza, sei uomini della Decima MAS (10ª Flottiglia Mezzi d’Assalto) si preparavano a dimostrare il contrario. Lanciati dai cacciatorpediniere Francesco Crispi e Quintino Sella, sei barchini esplosivi MTM — lunghi appena sei metri, con 300 chilogrammi di esplosivo — attraversarono dieci miglia di mare aperto nell’oscurità totale. Guidati dal tenente Luigi Faggioni, i sei piloti navigarono in una fitta nebbia, penetrarono tutti e tre gli sbarramenti senza far scattare gli allarmi e alle 04:46 colpirono con precisione devastante. Due MTM centrarono l’HMS York a centro nave, allagando caldaie e depositi munizioni. L’incrociatore da 8.250 tonnellate sbandò violentemente e dovette essere incagliato per evitare il capovolgimento. Due marinai morirono nelle esplosioni. Anche la petroliera norvegese Pericles fu colpita e affondò in acque basse. Tutti e sei i piloti italiani — Faggioni, De Vito, Barberi, Cabrini, Tedeschi e Beccati — si gettarono in mare a pochi secondi dall’impatto, sopravvissero e furono catturati. Ricevettero la massima decorazione militare italiana, la Medaglia d’oro al valor militare. L’impatto strategico fu immediato: la Gran Bretagna perse uno dei suoi incrociatori più potenti e fu costretta ad abbandonare la baia di Suda come base sicura, arretrando la Mediterranean Fleet di 500 miglia verso sud fino ad Alessandria. Gli storici ufficiali britannici Ian Playfair e Stephen Roskill riconobbero che il raid richiese “abilità e coraggio” e mise a nudo difese inadeguate. La missione divenne un caso di studio nelle accademie militari di tutto il mondo e influenzò direttamente la creazione dei Navy SEALs statunitensi e delle moderne forze speciali. L’ammiraglio William McRaven, che guidò il raid contro Bin Laden, dedicò un intero capitolo alla baia di Suda nel suo libro sulla teoria delle operazioni speciali, definendola una dimostrazione dei principi fondamentali che ancora oggi guidano le unità d’élite.