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Le ferite più profonde non vengono sempre dall’esterno, ma spesso da come permettiamo agli eventi e alle parole di colpirci. Nel buddismo si insegna che la vera forza nasce da una mente stabile e consapevole, capace di non lasciarsi trascinare dalle emozioni. Quando impariamo a coltivare questa stabilità interiore, nulla può davvero ferirci. In questo video conoscerai otto tecniche buddiste che ti aiuteranno a rafforzare la mente e il cuore. Prima di iniziare, se sei nuovo qui e sei interessato al buddismo, metti mi piace al video e iscriviti al canale. Tecnica 1 – Comprendi la vera natura della mente. Comprendere la vera natura della mente è un passo essenziale per vivere con serenità. Troppo spesso ci identifichiamo con i pensieri che affollano la mente, come se fossero la nostra essenza. Ma i pensieri non sono altro che fenomeni temporanei, come nuvole che attraversano il cielo. Possono oscurarlo per un po’, ma non possono mai intaccarne la vastità e la luminosità. Quando osserviamo la mente senza giudizio, ci rendiamo conto che essa produce pensieri in continuazione, così come il cuore batte e i polmoni respirano. Non c’è nulla di sbagliato in questo, è semplicemente la sua natura. La sofferenza nasce quando crediamo che ogni pensiero sia una verità assoluta o quando ci lasciamo trascinare dalle emozioni che porta con sé. Riconoscere che i pensieri sono impermanenti ci libera da molta ansia. Un pensiero di paura, di rabbia o di tristezza sembra enorme nel momento in cui appare, ma se lo lasciamo scorrere senza aggrapparci, svanirà da solo. Proprio come una nuvola non può restare ferma in cielo, anche i pensieri si dissolvono se non li alimentiamo con la nostra attenzione. Il buddismo ci invita a coltivare la consapevolezza, ossia la capacità di osservare la mente senza identificarci in essa. Questo significa imparare a dire: “Questo è solo un pensiero”, invece di credere: “Io sono questo pensiero”. In questo spazio di distanza, troviamo libertà e leggerezza. La mente diventa un campo aperto e non più una gabbia. Quando realizziamo di essere il cielo e non la tempesta, acquisiamo una nuova forza interiore. Le emozioni difficili non ci travolgono più nello stesso modo, perché sappiamo che passeranno. Possiamo attraversare momenti di rabbia, paura o dolore senza sentirci definiti da essi. Siamo più grandi e più profondi di ciò che attraversa la nostra coscienza. Questa comprensione non nasce da un ragionamento logico, ma dall’esperienza diretta. Sedersi in silenzio, respirare e osservare i pensieri che sorgono è un modo semplice ma potente per scoprire che non siamo loro prigionieri. Più pratichiamo, più diventiamo testimoni sereni della nostra mente, invece che vittime dei suoi capricci. Molte volte ci lasciamo trascinare dalle storie che la mente crea. Un piccolo problema diventa una catastrofe nella nostra immaginazione, un ricordo doloroso viene rivissuto mille volte, un futuro incerto genera scenari di paura. Ma se osserviamo con lucidità, ci accorgiamo che nulla di questo ha sostanza reale: sono solo nuvole che cambiano forma continuamente. Comprendere la vera natura della mente ci aiuta anche nelle relazioni. Spesso reagiamo agli altri spinti da pensieri momentanei, che ci fanno dire parole che non vorremmo. Se impariamo a osservare prima di reagire, smettiamo di essere schiavi degli impulsi. Questa pausa di consapevolezza trasforma il conflitto in occasione di comprensione. Il cielo interiore che custodiamo non è mai toccato dalle tempeste. Anche quando la mente è agitata, c’è sempre uno spazio silenzioso e limpido dentro di noi. Riconoscere questa dimensione è come trovare un rifugio sicuro in ogni circostanza. Possiamo tornare lì ogni volta che il rumore dei pensieri diventa troppo forte. Il buddismo ci insegna che i pensieri non sono nemici da combattere, ma fenomeni da osservare. Non serve scacciarli né reprimerli: basta lasciarli essere, senza giudizio. In questo atteggiamento di accoglienza, la mente trova naturalmente la calma, proprio come un lago torna limpido quando smettiamo di agitarne le acque. Essere consapevoli della natura impermanente dei pensieri ci aiuta a non temere nemmeno quelli negativi. Non dobbiamo avere paura della rabbia, della tristezza o dell’ansia: se osservate con pazienza, anch’esse svaniranno. Questa comprensione ci rende più forti, perché smettiamo di sentirci vittime e iniziamo a riconoscere la nostra libertà. Alla fine comprendiamo che la vera natura della mente non è la tempesta, ma il cielo che la ospita. Le nuvole passano, il cielo resta. Le emozioni si agitano, ma la nostra essenza profonda rimane intatta. Ricordare questo ci libera dall’identificazione e ci permette di vivere con maggiore calma, fiducia e stabilità interiore. #buddhismo #insegnamentibuddisti #riflessionebuddista